L’Editoriale “LA NOSTRA FEDERAZIONE” di Glauco L.S. Ricci

L’Editoriale
“LA NOSTRA FEDERAZIONE”
di Glauco L.S. Ricci
Quando ci chiedono “perché dovrei tesserarmi con Ucif?”, alludendo a un evidente ritorno, la nostra risposta è sempre la stessa: “per il senso di appartenenza alla nostra Associazione”.
Un valore che è il bene più grosso, il nostro vero “servizio” che diamo ai nostri Associati, in primis a noi stessi. Perché crediamo negli stessi valori, mettiamo la nostra comune firma sullo stesso manifesto che si impegna per la tutela delle Famiglie e dei loro meravigliosi Cavalli.
Certo, è giusto e doveroso dare dei servizi ma è il senso di comunità che ci rafforza e ci rende migliori, di questo siamo certi.
Volendo, potremmo trasferire questo discorso alla nostra Federazione Equestre: perché dovremmo tesserarci? Per dei servizi, certo, ma anche per dei valori, che dovrebbero accomunarci tutti, il senso di appartenenza, innanzitutto.
Eppure, il nostro è ormai un mondo virtuale di non tesserati che partecipano, anche con entusiasmo, alla vita e alle scelte federali.
E fino a qui non ci sarebbe niente di strano: noi stessi, tra i nostri Iscritti, nel nostro stesso Consiglio, nella nostra Consulta, abbiamo non tesserati che discutono di Federazione, con entusiasmo, innegabile.
Del resto, tanti tifosi di Calcio si radunano al Bar Sport, la mattina dopo una partita della Nazionale, per commentare, criticare, suggerire e non sono mai stati tesserati alla Figc, avranno giocato al massimo qualche partita all’Oratorio o una scapoli contro ammogliati. Però offrono perle di saggezza, pareri tecnici sulla disposizione in campo, critiche sui cambi e sulle strategie di gioco, sul rendimento dei giocatori: insomma, ognuno è Commissario Tecnico della Nazionale maggiore di Calcio.
E allora, cosa c’è di strano? Niente, assolutamente.
Magari, di differente c’è che nel Calcio, sport popolare, non c’è quella patina insopportabile spalmata dai presunti esperti da circolo di caccia alla volpe (avete in mente il film “Il Conte Max” con Alberto Sordi?).
Magari, c’è di differente che anche noi di Ucif possiamo non essere tesserati e dire qualche fesseria non avendo mai montato in un Gp a Dublino, ma siamo tifosi, anche della nostra Federazione, per quel senso di appartenenza che citavamo prima.
E non invitiamo ad abbandonarla o a schierarci con altri Enti, come ci fu suggerito anche in un recente passato a fronte di nostre critiche alla gestione federale.
Qui sta il vero cambiamento, nel considerare la Federazione la nostra casa, ospiti anche se non tesserati, pronti a criticarla e a lodarla, se è il caso, a gioire per le vittorie e a non godere per le sconfitte, pronti al cambiamento del cambiamento, se necessario, ma in modo costruttivo.
Foto liberidileggere.com