Come eravamo “E CAVADDHU CI LA FACI STA SALITA” di Valentina Bachi

Come eravamo
“E CAVADDHU CI LA FACI STA SALITA”
di Valentina Bachi
Per secoli e secoli, il trasporto delle merci si è basato esclusivamente sui carretti e il mestiere di carrettiere era fondamentale per l’economia generale.
Non era mestiere a cui tutti accedevano e anzi normalmente si tramandava di generazione in generazione all’interno di una famiglia che nel tempo si era creata non solo l’esperienza e le competenze (oggi diremmo il know-how) ma anche tutte le strutture necessarie (oggi diremmo l’infrastruttura): case spaziose con la stalla per le bestie, magazzini per il foraggio, la paglia, sacchi di avena e crusca, mezzi e finimenti, cisterne o altri sistemi per raccogliere le acque piovane per gli abbeveratoi, eccetera.
Benché quella di cavalli, asini e muli destinati al traino e alla soma fosse indubbiamente una vita dura, il carrettiere non trascurava mai le sue bestie, e non (sol)tanto per affetto o simpatia ma in quanto strumenti indispensabili e preziosi per il suo lavoro. Particolare attenzione era riservata agli zoccoli e alle ferrature, e il carrettiere era ovviamente un assiduo cliente del maniscalco – quando non era maniscalco lui stesso. Conosceva anche le esigenze di alimentazione degli animali e i rimedi più semplici per la cura dei malanni.
Il carrettiere viveva sempre sulle strade: o sul carro, seduto sul carico che trasportava, oppure a piedi, quando i cavalli o i muli faticavano a tirare il carretto perché troppo carico. La figura del carrettiere stanco che si addormenta al dondolio del carretto illudendosi di guidare anche nel sonno, oppure che tenta di restare sveglio cantando, è leggendaria.
Pascoli gli ha dedicato una bella poesia:
CARRETTIERE
O carrettiere che dai neri monti
vieni tranquillo, e fosti nella notte
sotto ardue rupi, sopra aerei ponti;
che mai diceva il querulo aquilone
che muggia nelle forre e fra le grotte?
Ma tu dormivi sopra il tuo carbone.
A mano a mano lungo lo stradale
venìa fischiando un soffio di procella:
ma tu sognavi ch’era di natale;
udivi i suoni d’una cennamella.
A questo link si può saperne di più sui canti tradizionali dei carrettieri della Puglia:
http://www.archiviosonoro.org/puglia/archivio-sonoro-della-puglia/fondo-montinaro/canti-di-carrettieri.html
Foto: “Carrettiere vinaio,” CC BY NC 4.0 Promoter Digital Gallery