L’Editoriale “IL MIO GILLES” di Glauco L.S. Ricci

L’Editoriale
“IL MIO GILLES”
di Glauco L.S. Ricci
Era un tranquillo pomeriggio di maggio, i primi caldi, un esame dell’Università da preparare, due amici che ripetono a voce alta, si interrogano, si distraggono.
Anche perché, immancabile, c’è una radio che gracchia una canzone anni ottanta e la voglia di sgranchirsi improvvisando movimenti da febbre del sabato sera è tanta.
Poi, improvvisamente, le trasmissioni si interrompono e arriva la notizia che mai avremmo voluto sentire: Gilles Villeneuve, il nostro idolo, il campione che riempie le nostre domeniche sportive e non solo, se n’è andato, in una curva a Zolder, durante le prove.
Il mondo non è tecnologico come quello di oggi, cerchiamo altre stazioni, smanettiamo freneticamente, usciamo in strada, cerchiamo un’edicola, ci sarà pure un quotidiano della sera, starà arrivando.
E poi è troppo presto, chissà quando ne parleranno i notiziari televisivi.
Purtroppo, le conferme arriveranno e quelle lacrime, spontanee, si moltiplicheranno.
Ancora oggi, ci emozioniamo rivedendo quelle tragiche immagini.
E, in fondo, quasi quasi, terribile a dirsi, ringraziamo il destino, che ci ha tolto un campione, il nostro campione, ma lo ha reso immortale.
Un insegnamento sopra tutto gli altri ci ha lasciato Gilles: lui non correva per vincere, correva per essere il più veloce, questa è la verità.
Aveva la velocità nel sangue, passione pura, faceva con gioia quello che gli piaceva.
A questo abbiamo pensato oggi, a vivere gustandoci la vita, amando quello che facciamo.
Grazie, Gilles.