“SENSIBILITÀ” di Fabiana Ollari

“SENSIBILITÀ”
di Fabiana Ollari
Da frequentatrice del mondo equestre prima e istruttrice poi mi è capitato vedere un buon numero di soggetti accanto ai cavalli.
Mi piacerebbe davvero dire che tutte queste persone hanno in comune l’amore per i cavalli, ma così non è.
Non voglio puntare il dito su maltrattamenti e ignoranza, altrimenti avrei abbastanza materiale per scrivere la Treccani, suppongo.
Quello che, soprattutto da istruttrice, mi ha incuriosito (se così vogliamo dire) è una categoria di persone in particolare: tutti quei soggetti per cui tra possedere o avere a che fare con un cavallo o con una moto è assolutamente la stessa cosa.
Mi reputo fortunata da istruttrice perché il 98% degli allievi che ho incontrato nella mia carriera non erano così, eppure quel 2% mi disturba.
Vedere gente che spazzola il cavallo (magari perché li obblighi) allo stesso modo di come spazza per terra, che sale sul cavallo e si stupisce perché l’animale fa quello che vuole e non quello che la persona crede di chiedergli (magari dicendoglielo a voce o pensandolo), o che se gli chiedi di pulire i piedi a fine lezione lo fanno in modo scocciato, perché l’ora è finita e quello non è compito loro.
Potrei continuare all’infinito con gli esempi.
Ecco, in questo caso preferisco davvero farli andare via e pensare da me (o farlo fare agli altri, che a contrario non vedono l’ora) al cavallo.
Purtroppo il voler bene a un cavallo non lo si può insegnare. Certo, il ruolo dell’istruttore è fondamentale, ma i miracoli non li fa nessuno.
Quello che queste persone non comprendono è che senza un minimo di sensibilità i risultati o i miglioramenti arrivano veramente a rilento.
Certo, ci sono persone più o meno sensibili ma se si è interessati a cercare di capire il nostro compagno di avventure, la strada sarà sempre in discesa.
Al contrario, considerarlo come un mezzo di trasporto meccanico fa escludere a priori qualsiasi emozione e di conseguenza il cavallo viene messo in secondo piano, quello che conta è solo la soddisfazione del cavaliere.
Il risultato sarà solo quello di mettere da parte il benessere dell’animale e l’utilizzo di scorciatoie per il raggiungimento di uno scopo.
A tutte queste persone vorrei dire che non potranno davvero mai capire cosa vuol dire fare binomio, avere un compagno a cui affidarci e che a sua volta si affida a noi, che sia per un giro a cavallo, per una gara o da terra.
Sarò estrema, ma a tutte queste persone consiglio di cambiare sport.
Mi spiace, proprio non riesco a comprendere questa cosa, se qualcuno di voi vuole aiutarmi a fare un po’ più di chiarezza, il dibattito è aperto.