L’Editoriale “FACEBOOK, UN’OCCASIONE PERDUTA” di Glauco L.S. Ricci

L’Editoriale
“FACEBOOK, UN’OCCASIONE PERDUTA”
di Glauco L.S. Ricci
Ieri è stata una giornata importante, anche se non celebrata come avrebbe meritato: la giornata internazionale della navigazione sicura.
Con una valenza diversa da quella che consideravamo quando i Social irruppero nella nostra vita, nel 2005, e la sicurezza era soprattutto Security: ci preoccupavamo, sostanzialmente, anzi solo, di virus e similari che avrebbero potuto attaccare la nostra amata tecnologia.
Avevamo in mano una “bomba” tecnologica e non ce ne accorgevamo, ci avrebbe sorpreso una deflagrazione improvvisa, forse non voluta, certo devastante, anche in senso positivo.
Se ci dovessero chiedere se si stesse meglio prima, risponderemmo certamente no: sapere di poter rintracciare, in qualunque momento, le informazioni che ci servono è una ricchezza troppo grande, un’opportunità alla quale non vogliamo in alcun modo rinunciare.
Ma qui nasce il problema: l’informazione.
Perché dobbiamo chiarirci, una volta per tutte: o Facebook, e gli altri Social, hanno soltanto il valore di un Bar Sport virtuale, nel quale ragazzi, adulti e pensionati si ritrovano abbandonando oratori, cral e bocciofile, dando il via a ogni tipo di discussione possibile, senza alcun ritorno efficace che non sia il piacere dell’aggregazione, o gli stessi Social assumono il valore informativo, a volte anche formativo, che spesso si arrogano e, allora, dobbiamo darci delle regole, dobbiamo chiederle.
Guardiamo soltanto al nostro comparto specifico: per chi si avvicina al nostro Sport, in punta di piedi, timoroso, Facebook, ad esempio, avrebbe potuto rappresentare una splendida occasione di crescita, culturale e umana. Avrebbe potuto abbeverarsi ai ricordi di chi ha vissuto lo stesso mondo da anni, ascoltarne racconti, aneddoti, esperienze.
Tranne pochi, e virtuosi, esempi, non è così, dobbiamo dirlo, dobbiamo riconoscerlo.
I Social, soprattutto quelli equestri, non hanno più, forse non hanno mai avuto, questa valenza, anzi.
Abbiamo la stessa impressione di attraversare alcune strade delle nostre città più degradate, e leggerne i muri, “graffittati” senza pudore, senza alcun messaggio che non sia quello di lasciare la propria traccia, di poter dire ci sono anch’io, senza alcun valor aggiunto, senza alcun contributo.
Ci pensi, Facebook, ci pensino, tutti i Social, ci sono gli strumenti per certificare la bontà dell’informazione, per classificare l’offerta, per poter distinguere Bar Sport e Agorà, per poter riconoscere competenze e non competenze, successi e fallimenti, onestà e disonestà intellettuali.