“SPORT E CULTURA” di Mario Catania

“SPORT E CULTURA”
di Mario Catania
La prima presentazione del 2018 del libro Tenebre nella Chiesa si è svolta nella sala conferenze del comune di Sauze d’Oulx. La presenza di Audi Prima scelta Plus Rinaldi-Valmotor con il TT Rs griffato ha ancor piu’ testimoniato il tema della serata: il connubio sport e cultura. Abbiamo parlato di libri, della Scuola Labor, di sport e di religione ma abbiamo voluto farlo soprattutto dando importanza all’aspetto culturale dei fenomeni…In quasi tutti i miei libri si parla o si accenna, al mondo equestre ed, in quest’ultimo, sono proprio tre morti, alquanto sospette avvenute a cavallo, a sollevare il coperchio sotto il quale si annidano segreti nascosti dietro ad appartenenze manifestate a mezzo di tatuaggi impressi sulla pelle di molti dei protagonisti. La serata, come sempre, è stata divisa in due parti la seconda delle quali ha riguardato la presentazione del progetto “Labor Sport e Cultura”. Abbiamo parlato anche di equitazione proponendo, approfittando proprio della presenza di un’auto estrema, il paragone tra la “pericolosità attuale” del nostro sport rispetto al rischio percepito qualche lustro addietro. Negli anni novanta l’automobilismo ed il motociclismo erano considerati, sempre dopo il “re paracadutismo”, gli sport maggiormente a rischio. Dopo la morte di Ayrton Senna, il 1 maggio 1994 durante il Gran Premio di Imola e quella di Ronald Ratzenberger, avvenuta solo il giorno prima nel corso delle prove del medesimo GP, gli sport automobilistici hanno dato la vera svolta verso il discorso sicurezza. Se qualcuno avesse voglia di farlo, consiglierei di guardare l’incidente accaduto a Robert Kubica durante il Gran Premio di Montreal nel 2007: solo dieci anni prima il pilota sarebbe morto per sfondamento della base cranica dovuto ai colpi ricevuti al collo mentre, con l’introduzione del collare Hans, chissà quante morti, oltre a quella del campione polacco, sono state evitate. Lo stesso possiamo dire per il motociclismo, sport nel quale l’obbligo del casco risale al 1986. L’equitazione non è “diventata piu’ pericolosa negli anni” ma è stata ritenuta uno sport piu’ a rischio proprio in quanto da sempre indietro nell’utilizzo dei sistemi di sicurezza! Lo sport è cultura e non vi è cultura senza il rispetto di se stessi e della propria vita, Vita che dobbiamo custodire e proteggere gelosamente godendola senza mai metterla, inutilmente, a repentaglio. Un nuovo proposito per il 2018? Portare l’equitazione se non al fondo, vicino alla metà, della classifica nera degli sport pericolosi!