“L’albo Istruttori, una chimera” di Glauco L.S. Ricci

L’ALBO ISTRUTTORI, UNA CHIMERA
di Glauco L.S. Ricci
Viviamo in un mondo professionale dove la Qualità del prodotto e del servizio viene ormai data per scontata, in entrambi i sensi di questo abusato aggettivo.
Scontata, perché moltissimi sono gli attori presenti in tutti i settori e comparti: l’offerta è talmente variegata e diffusa che difficilmente non si riesce a trovare quello che noi consumatori cerchiamo, ciò che soddisfa i nostri requisiti e le nostre aspettative.
Ma, soprattutto, scontata perché la ricerca del prezzo di acquisto più basso possibile, per prodotti e servizi, porta la stessa Qualità su un piano di interesse inferiore.
“Non dare niente per scontato”, ci ricordava il nostro primo responsabile della nostra ormai lunga attività professionale, e queste parole ci suonano oggi quanto mai veritiere.
Diventa, quindi, fondamentale, e a questo volevamo arrivare, la certificazione delle competenze professionali.
Ci sono delle professioni, le principali e le più riconosciute (non vogliamo dire, le più importanti), che hanno nel nostro Paese un ordine o un albo che garantisce e certifica diritti e doveri dei propri iscritti: medici, giornalisti, avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro, ….
Nessuno di noi, crediamo, si farebbe curare da un medico o affiderebbe le nostre tassazioni a un commercialista non qualificati; tutti, oggi, fanno i giornalisti del web, ma questo è un altro discorso….
Bene…. anzi, male.
Perché non ci debba essere un Albo Istruttori proprio non lo capiamo.
Non lo capiamo, dal punto di vista della Federazione: perché mai una Federazione moderna non dovrebbe garantire ai propri tesserati un servizio di qualità così importante, erogato da persone di Qualità, i cui doveri e diritti siano sanciti da un Albo, che garantisca, quindi, anche i loro “Clienti”, che sono poi “Clienti” della stessa Federazione.
Non lo capiamo, dal punto di vista degli stessi Istruttori: perché mai rinunciare a un Albo che identifichi e tuteli la propria professionalità, assicurando, oltretutto coperture fiscali, assicurative e pensionistiche?
Ci potrebbe essere una via di uscita, in attesa di un albo, e questo desideriamo suggerire alla nostra Federazione: cominciare a riflettere sulla gestione delle professioni non organizzate, ovvero, come si suol dire, «senza albo».
A regolamentarle per la prima volta in materia organica, è stata la Legge 4 del 14 gennaio 2013.
La normativa si propone di dare un inquadramento all’attività di quei professionisti, sempre più numerosi, che non sono inquadrati in ordini o collegi e che svolgono attività spesso molto rilevanti in campo economico, consistenti nella prestazioni di servizi o di opere a favore di terzi, esercitate abitualmente e prevalentemente mediante lavoro intellettuale, o comunque con il concorso di questo.
La Federazione potrebbe, in questo contesto, cominciare a creare un proprio disciplinare tecnico con requisiti specifici da applicare alle proprie figure professionali e a i loro interlocutori, definendo uno schema,
che potrebbe anche essere certificato da un Ente terzo accreditato.
Potrebbe, in questo modo, creare un circuito virtuoso, associare davvero sé stessa ai propri Clienti tesserati, garantendo la coerenza della propria filiera erogativa.