“Ci dispiace per te” di Glauco L.S. Ricci

“Ci dispiace per te”
di Glauco L.S. Ricci
Non sai cosa ti sei perso.
Non hai avuto qualcuno al tuo fianco che si alzasse con te all’alba, a sistemare le ultime cose, controllando che non mancasse nulla, magari aiutandosi con una lista preparata alla bene e meglio.
Qualcuno che tornasse a casa dalla gara, perché immancabilmente vi eravate scordati un pezzo.
Per fortuna che il Cavallo c’era: quello lo avevate preparato la sera precedente e caricato insieme sul van, non prima di averlo riempito insieme di coccole e affetto.
Poi lo avevate anche scaricato, e lo avevate sistemato nel box del Centro che ospitava la gara, e vi eravate dati il cambio, non abbandonandolo mai e preoccupandovi di ogni strano, per voi, segnale, magari due orecchie tirate indietro senza motivo.
Poi, quel qualcuno era andato avanti e indietro dal campo prova e dal campo gara almeno venti volte in pochissimi minuti, aggiornando te e l’istruttore sui tempi che mancavano, che comunque erano sempre stretti, anche se mancavano ore.
Quel qualcuno magari ti avrebbe aiutato a preparare il Cavallo, perché ci teneva, gli sembrava di accudire due figli, non uno solo.
E poi si sarebbe messo in tribuna, ben nascosto, per poter gioire e arrabbiarsi da solo, senza essere visto, perché si vergognava per le sue passioni, non prima di averti salutato incrociando le dita e accarezzando il posteriore del Cavallo mentre andavate alla competizione.
E poi avrebbe saltato ogni salto con te, e alla fine sarebbe corso da te per disperarsi o per esultare insieme.
Sarebbe stato il tuo primo tifoso e il ritorno verso casa sarebbe stato, comunque, fantastico, in quell’auto piena di odori equestri e di emozioni vere.
Pronti a ricominciare da dove avevate appena concluso, fosse una coppa e una coccarda, una barriera caduta sull’ultimo salto, un rifiuto o una caduta.
Peccato.
Peccato che tu non abbia avuto un ippogenitore al tuo fianco.
Non sai cosa ti sei perso.